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Arte e Neuroscienza: gli inizi di un approccio scientifico alla percezione dell’arte

Ti sei mai chiesto come rispondiamo all’arte figurativa?

Il problema è stato affrontato per la prima volta a cavallo tra il XIX e il XX secolo da Aois Riegl storico dell’arte, Ernst Kris storico dell’arte e psicanalista e Ernst Gombrich storico dell’arte.

Riegl sottolinea che l’arte è incompleta senza il coinvolgimento percettivo ed emotivo dell’osservatore.

Kris sostiene che ogni immagine è intrinsecamente ambigua perché sorge dalle esperienze e dai conflitti della vita dell’artista. L’osservatore quindi risponde a questa ambiguità in base alle proprie esperienze.

Gombrich ci dice che il nostro cervello prende l’informazione incompleta sul mondo esterno ricevendola dai nostri occhi, ma deve poi completarla.

In queste parole possiamo intravedere i punti di incontro tra l’arte e le neuroscienze. Sì, ma come?

Partiamo da due opere dell’artista Turner rispettivamente del 1803 e 1842.

01. J. M. W. Turner – Molo di Calais

Turner - Molo di Calais

02. J. M. W. Turner – Tempesta di Neve

Turner - Tempesta di Neve

In “Molo di Calais” (Immagine 01) egli dipinge la lotta in mare tra una nave in rotta verso il porto e gli elementi naturali, con nubi tempestose e la pioggia che scroscia sulla nave. Anni dopo  in “Tempesta di Neve” (Immagine 02), Turner ridipinge la stessa immagine riducendo la nave e la tempesta alle loro forme più elementari.

Il suo approccio permette alla creatività dell’osservatore di riempire i dettagli, così come sostengono Riegl, Kris e Gombrich. Non solo, ma nella seconda immagine lo scontro tra la nave e gli elementi naturali assume connotati ancor più potenti. Se ci pensi bene, puoi notare come le immagini non sono definite, ma anche a prima vista riusciamo a riconosce l’elemento della nave. Questo perché, l’arte figurativa, così come l’atto di guardare, riduce gli elementi e stimola la creatività del cervello, che può dedurre di che immagine si tratta, grazie al suo ricordo e alla sua memoria.

Arte e neuroscienza. Gli scienziati usano il riduzionismo per risolvere un problema complesso, mentre gli artisti lo sfruttano per una nuova risposta percettiva ed emotiva in chi guarda.

“La memoria fornisce il fondamento della nostra comprensione del mondo e del nostro senso di identitá personale”.


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